Le origini della città sono molto antiche, infatti si fanno risalire al periodo delle palafitte di Canegrate, del XIII secolo a.C. Successivamente popolazioni insubre- di origine celtica- si insediarono sul territorio nel IV secolo a.C. Tra il I secolo a.C. ed il V d.C. l'area subì la dominazione dell'Impero romano. Proprio al periodo romano risale il famoso reperto Patera di Parabiago: si tratta di un piatto, forse un coperchio di un urna, in argento finemente lavorato con bassorilievi; sono presenti ancora cenni di doratura. Il rilievo rappresenta le divinità Cibale ? chiamata Magna Mater- ed Attis su un carro trainato da leoni; accanto vi sono figure di sacerdoti e di personificazioni cosmiche. Nell'Alto medioevo Parabiago fu sede di una contea autonoma governata dalla famiglia dei Sambonifacio. Alcuni fanno corrispondere il suo territorio alla 'Burgaria', che faceva parte della Marca di Lombardia durante la dominazione dei franchi e dei longobardi. Nel VII secolo la regina longobarda Teodolinda donò al borgo un corso d'acqua artificiale, che venne chiamato Riale o Rongia. Il 28 e 29 agosto 1257 il centro abitato è sede della Tregua di Parabiago: il popolo milanese era insorto nel luglio dello stesso anno contro la nobiltà, in particolare contro l'arcivescovo Leone da Perego, che voleva escludere il 'volgo' dalle decisioni politiche. Fortunatamente le due fazioni opposte trovarono un accordo e il 29 agosto firmarono la tregua presso la Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio. Nel XIII e nel XIV secolo Parabiago venne retta dalla famiglia dei Crivelli. Già risulta essere un 'capopieve', disponendo infatti di una propria Pieve ? struttura ecclesiastica- che disponeva di ben 26 chiese. Quel titolo le fu tolto dall'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo il quale trasferì la sede a Legnago. Ma successivamente, grazie al rifacimento, abbellimento ed ingrandimento di diverse chiese, la pieve tornò al comune nel 1845. Nel 1339 , precisamente il 21 febbraio, avvenne qui un fatto tristemente famoso: la Battaglia di Parabiago. Si tratta di una battaglia combattuta tra le truppe milanesi, guidate da Azzone Visconti e da suo zio Luchino, contro la Compagnia di San Giorgio capeggiata dall'altro zio, Lodorisio. Lodorisio infatti combatteva per imporsi sulla Signoria di Milano e per questo aveva ingaggiato truppe di mercenari tedeschi e svizzeri di lingua tedesca; la Compagnia venne però sconfitta. Una leggenda narra dell'apparizione del patrono di Milano, Sant'Ambrogio, sul campo di battaglia presso Parabiago: si creò in cielo una grossa nube bianca, da cui uscì tutto vestito di bianco il santo a cavallo di un destriero. Egli, infuriato contro i mercenari di Lodorisio, iniziò a frustarli; ciò diede forza e coraggio agli avversari, che con grande impeto ed enfasi sconfissero le truppe della Compagnia. Nel XV secolo si sviluppa l'allevamento dei bachi da seta e la coltivazione del gelso. A partire dal Cinquecento la città subì un lento declinio, dovuto ad una serie di eventi: saccheggi, peste, declassamento da pieve a parrocchia. Nel 1658, il 26 settembre, il feudo di Parabiago venne acquistato dal Marchese Camillo Castelli per 8800 lire. I Castelli dimoreranno fino al 1783, quando morì l'ultimo discendente. Sotto gli austriaci Parabiago vede un notevole sviluppo, sia dal punto di vista culturale, con la fondazione del Collegio Cavalleri, sia dal punto di vista economico, grazie all'intarsiatore di mobili Giuseppe Maggiolini, che divenne famoso in tutto il mondo. Nel 1845, ripristinata la Pieve, Parabiago aumentava il suo prestigio. Aumentò la produzione della seta. Nel 1899 viene aperta la prima fabbrica di Calzature. Dopo le due Guerre Mondiali, a partire dal 1960 avvenne una massiccia industrializzazione e sviluppo economico, con conseguente aumento della popolazione.
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